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Alto Adige, il mercato del lavoro cresce ma aumentano i disoccupati

Martedì 09 Dicembre - 16:32

L’Alto Adige chiude il semestre estivo 2025 con un mercato del lavoro in espansione, ma segnato da squilibri e nuove sfide. A presentarne il quadro è stata l’assessora provinciale al lavoro, Magdalena Amhof, secondo cui in provincia “esiste un potenziale inesplorato di 10.000-12.000 persone che potrebbero essere inserite nel mercato del lavoro”. Secondo il rapporto provinciale, l’occupazione dipendente è cresciuta dell’1,9% rispetto all’anno precedente, un dato in linea con l’andamento degli ultimi anni. Parallelamente, però, la disoccupazione amministrativa è aumentata del 5,4%, raggiungendo in media 13.027 persone. In forte crescita soprattutto i disoccupati senza residenza in provincia, saliti di quasi il 20%. Il direttore del servizio Mercato del lavoro, Stefan Luther, definisce la situazione “moderatamente positiva”, ma sottolinea la presenza di segnali di allarme strutturale, in particolare il calo del comparto automotive, dove sono stati persi 450 posti di lavoro. La crescita dell’occupazione si concentra soprattutto nel turismo (+4%), nell’assistenza sociale non residenziale (+3,5%), nei servizi privati (+2,9%) e nelle costruzioni (+2,5%). Tiene il commercio (+1,5%), mentre arretra il manifatturiero (-0,3%). Aumentano i contratti a tempo indeterminato (+2%) e, in parallelo, anche quelli a termine (+1,9%). L’occupazione maschile cresce più di quella femminile (rispettivamente +2,4% e +1,3%). Sul fronte delle politiche del lavoro, Amhof annuncia una strategia al 2030 per rafforzare l’attrattività della provincia e favorire l’incontro tra domanda e offerta, con particolare attenzione alla partecipazione di donne, giovani e lavoratori maturi. Il rapporto contiene anche le prime analisi su WaltherPark, il nuovo centro commerciale aperto a Bolzano in ottobre. La struttura impiega 601 lavoratori, di cui 408 con contratto a termine. Un terzo proviene da altre province italiane, un terzo dall’Alto Adige e il restante 36% dall’estero.

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