I dati di Assomela sulla situazione produttiva e l’andamento del mercato sono positivi. La produzione italiana di mele, non ancora inclusiva dei dati finali delle varietà più tardive, raggiunge al momento quasi 2milioni 176mila ton., in crescita del 3% rispetto al 2022. A livello regionale, l’Alto Adige si porta a oltre 1 milione di ton, in incremento del 16% rispetto al 2022, mentre il Trentino rimane stabile a quasi 486mila tons., aumentando solo leggermente rispetto alla produzione dell’anno precedente. In Piemonte la situazione è positiva con una produzione stabile del 2% sul 2022 e, pur colpite da alcune grandinate, le mele piemontesi ben protette da reti antigrandine hanno avuto danni contenuti. Il Veneto risulta la regione più interessata da diffusi danni da gelate e da grandine, che hanno portato a contrazione della produzione del 29% sul 2022. Anche in Emilia-Romagna si segnano danni da grandine, oltre a danni da vento con una produzione in riduzione del -10%. Friuli e in Lombardia sono stabili con un consuntivo rispettivamente del 5% in aumento ed 1% in calo sul 2022. Il contesto europeo di orienta ormai nettamente verso un volume di prodotto attorno ad 11.000.000 di ton., in riduzione di circa il 4% rispetto alle previsioni estive ed equilibrato rispetto alle capacità di assorbimento del mercato. Per tutte le varietà si conferma una generale ottima qualità del prodotto, con calibri superiori alla media favoriti da condizioni climatiche molto favorevoli nella seconda metà della stagione per le varietà medio tardive. Per le vendite di mele dall’inizio stagione si conferma un mercato ricettivo. In particolare, per la Red delicious le giacenze sono inferiori del -32% rispetto alla stagione precedente, con vendite superiori del 22% sul 2022 nel Trentino-Alto Adige. L’export verso i mercati UE ed extra UE è partito in maniera fluida, con dati che indicano un rialzo in valore del circa 10% per l’Italia in particolare verso i paesi terzi. Tra i fattori che possono influenzare l’andamento delle vendite si segnalano le previsioni per prodotti come le arance, con una generale riduzione della produzione nella UE, che arriva ad un -25% per la Spagna e potrebbe influenzare positivamente il mercato fresco delle mele, così come la limitata disponibilità di pere, pesantemente interessate da fattori fitosanitari e climatici.