Fra il 2017 ed il 2019 l’uso di fitofarmaci nell’agricoltura trentina è stato ridotto del 30%. La superficie di colture con sistema biologico è aumentata di un 9% e le emissioni carboniche del ciclo produttivo sono state abbattute di un 20%. Numeri importanti che danno concretezza ai propositi che l’Associazione dei produttori di ortofrutta del Trentino, in acronimo APOT, aveva assunto come impegno in occasione del primo bilancio di sostenibilità. La terza edizione del bilancio di sostenibilità, programmata per il 2023, prevede l’introduzione nel sistema produttivo della figura del “manager per la sostenibilità”, utile ad organizzare in maniera ancora più organica ed efficace il lavoro al fine di salvaguardare le aree di bosco di pregio. C’è anche l’impegno all’adozione di una certificazione come il Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata che favorisca la riduzione degli agrofarmaci. Questi solo alcuni dei settori e dei processi sui quali APOT si impegna ad intervenire e modificare al fine di favorire sempre più una catena di produzione di qualità, di rispetto ambientale. C’è un aspetto, poi, che non è affatto secondario e che va incrementato per garantire ulteriore qualità ai prodotti agricoli: l’apicoltura. Il settore sembra essere in espansione e ciò non può che giovane all’agricoltura.