Il dottor Saverio Tateo e la dottoressa Liliana Mereu sono indagati per maltrattamenti. L’ex primario del reparto di Ginecologia dell’ospedale di Trento e la dottoressa che ricopriva il ruolo di vice sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Trento; al termine delle indagini nate dopo la scomparsa della giovane ginecologa Sara Pedri di cui non si hanno più notizie dallo scorso 4 marzo. Al termine degli interrogatori, delle analisi di registri e incartamenti e raccolte le testimonianze dei sanitari che erano impiegati nel reparto all’epoca della scomparsa di Pedri, gli inquirenti hanno deciso di rimandare a giudizio i due ex dirigenti medici. Le accuse nei loro confronti sarebbero pesanti: nel reparto di ginecologia del Santa Chiara sarebbero avvenuti diversi episodi di pressioni e umiliazioni all’indirizzo degli operatori ma anche delle pazienti. Tanto che in estate, dopo l’esplosione del caso, l’Azienda sanitaria aveva deciso di sollevare dall’incarico e rimuovere sia Tateo sia Mereu destinandoli ad altri ospedali per tutelare la serenità di chi stava in reparto. 70 ostetriche avevano chiesto di essere ascoltate in merito al clima di lavoro che si era venuto a creare e le testimonianze, si legge negli atti della Procura, parlano di gravi tensioni, intimidazioni e vessazioni. Altri professionisti impiegati in ginecologia e la stessa famiglia della dottoressa Sara Pedri avrebbero descritto un clima in reparto non facile, con presunte pressioni e umiliazioni operate dal primario e dalla vice all’indirizzo del personale. Clima, questo, che secondo la famiglia Pedri potrebbe essere la causa scatenante dello stato di ansia e di malessere che avrebbe reso Sara Pedri incapace di reagire alla situazione e che ne avrebbe provocato poi la scomparsa. L’auto della donna venne ritrovata nei pressi del ponte che sovrasta il lago di Santa Giustina, a Mostizzolo, al bivio fra la Val di Non e la Val di Sole. Gli avvocati che difendono Tateo e Mereu insistono nel ribadire che i loro assisiti sarebbero estranei ad ogni accusa mossa nei loro confronti e chiedono anche che si spengano subito i riflettori di questa vicenda che starebbero provocando una gogna mediatica a loro danno.