Uno degli incontri che ha catalizzato maggiormente l’attenzione di questa edizione del Festival dello Sport è stato sicuramento quello che ha visto riunirsi proprio a Trento gli Stati generali del calcio. I maggiori esponenti del movimento calcistico a livello italiano hanno cercato di rispondere ad alcune delle questioni più importanti che, di fatto, spingono ad una sola conclusione: il calcio del nostro Paese è in crisi. Per fare il punto della situazione sono stati illustrati alcuni numeri, portati dal direttore generale della Gazzetta dello Sport, Francesco Carione: Serie A penultima nei ricavi totali (escluse le plusvalenze), negli investimenti nei settori giovanili e negli stadi di proprietà. Per non parlare dell'indebitamento del calcio italiano, ha aggiunto il presidente del Torino e Rcs MediaGroup Urbano Cairo, che sta continuando a crescere. Una crisi generale del settore calcistico, con tanti elementi sotto la lente d'ingrandimento: infrastrutture da rifare e ristrutturare, un "prodotto calcio" da gestire in modo differente e vendere meglio, ricavi da aumentare, costi da diminuire, puntare in modo più forte sui vivai giovanili, una valenza ed un riconoscimento internazionale che va riconquistato. Sullo sfondo, una certezza: il calcio deve cambiare, deve evolversi, riformarsi e non c'è più tempo da perdere. "Non possiamo più procrastinare un cambiamento che ormai è inevitabile", ha spiegato il presidente FIGC Gabriele Gravina, e il nostro focus nel breve periodo dovrà essere quello di puntare sui giovani e sulle nuove infrastrutture. Un evento importante è fondamentale, ha aggiunto, ecco perché siamo candidati ad Euro 2032.