Un Festival di emozioni

Domenica 25 Settembre - 18:55

Era tanta la voglia di sentir parlare di sport, di tornare ad incontrare i campioni che sono – in gran parte – leggende. Fin dalle sue origini il Festival dello Sport ha abituato il pubblico trentino e non solo a questo: ad un singolare ed eccezionale appuntamento dove incontrare per strada il proprio beniamino è qualcosa di più di una possibilità. Così è avvenuto in questi 4 giorni di Festival durante i quali nemmeno la pioggia e qualche manifestazione che nulla aveva a che fare con lo sport sono riusciti a soffocare entusiasmo e passione. Quella passione che hanno saputo raccontare e trasmettere al pubblico delle piazze trentine gente del calibro di Adriano Panatta, di Sara Simeoni – tanto per andare indietro negli anni – oppure Andrew Howe che, a proposito di passione, ha colto l’occasione del Festival dl Trento per dire che al ritiro dallo sport non ci pensa nemmeno. La passione dell’olimpionico Marcel Jacobs che sa bene quanto difficile sia riuscire a ripetersi dopo un oro olimpico. Di olimpiadi, le prossime invernali del 2026, se n’è parlato con l’appuntamento che vedrà anche il Trentino protagonista con il campione altoatesino Dominik Paris ed il campione norvegese Aksel Svindal il quale che s’è aperto a tal punto, con il pubblico trentino, da riuscire a raccontare di un’impegnativa malattia che in questi momenti sta combattendo. In questa domenica di calata del sipario spazio ai momenti di gloria vissuti anche da Sofia Goggia e dall’americana Lindsey Vonn e momenti di gloria sfiorata sono stati raccontati da leggende vere come il mondiale dell’82, vinto dall’Italia, come Franco Causio, Zico e Falcao. Da quella bruciante sconfitta dei brasiliani dell’altro ieri alle imprese degli argentini di ieri: Gabriel Batistuta e Javer Zanetti. Di quegli anni anche un tal Paolo Maldini che ha raccontato non solo del Milan campione ma anche del suo secondo tempo, che sta vivendo oggi da talent scout, nel nuovo Milan. Applausi a non finire per un altro nome legato alle imprese dei motori e che tanto, soprattutto in questi ultimi anni, suscitano nostalgia fra i tifosi del “cavallino”: Jean Todt. 4 giorni di racconti in cui Trento si è trasformata in un campo da calcio, in una pista d’atletica, in una strada o in un parquet dove sui quali storie simili a fiabe hanno emozionato, suscitando ricordi e – perché no – forse anche nuove passioni.

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