45 anni dalla morte di Aldo Moro

Venerdì 17 Marzo - 10:22

“La democrazia italiana deve molto ad Aldo Moro e alla sua costante testimonianza intellettuale e politica. Ricordarlo a 45 anni dal rapimento e dal successivo assassinio da parte delle Brigate Rosse è un dovere”. Sono queste le parole che echeggiano nell’incontro organizzato a Trento da Campobase per ricordare il politico e giurista italiano ucciso nel 1978. A ricordarlo Paolo Piccoli e Luciano Azzolini. Piccoli ha offerto la sua testimonianza diretta di quei tragici momenti del 1978 e li ha inquadrati nelle dinamiche drammatiche di quel periodo di crisi politica ed istituzionale. Azzolini ha tracciato un profilo del Moro uomo di pensiero oltre che di azione politica. Ne ha ricordato l’attenzione alle persone, ai giovani, ai movimenti profondi della società italiana che egli cercava di interpretare con spirito aperto. “Atteggiamenti di grande attualità anche ogg – si è detto nell’incontro – di fronte alle tendenze populiste e semplificatorie che rimangono alla superficie senza nessuna capacità di leggere ciò che sta succedendo e men che meno di guidare i processi sulla via di una comunità unita e democratica”. “Vogliamo unire chi intende lavorare per una nuova fase politica dell’Autonomia - ha detto in conclusione Piccoli - non dividere o giocare sul piano del protagonismo di parte”.

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