Commercio: 134 attività chiuse nel 2023

Mercoledì 17 Aprile - 16:15

Il commercio al dettaglio è in crisi. A soffrire di più in Trentino abbigliamento e prodotti tessili, ferramenta, edicole e cartolerie. In controtendenza, invece, i negozi che vendono medicinali, prodotti alimentari in esercizi specializzati o articoli medicali e ortopedici. A dirlo l’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio in base all’elaborazione dei dati del Registro delle imprese. In 13 anni, tra il 2010 e il 2023, in Trentino, il settore del commercio al dettaglio in sede fissa perde 764 unità. In termini assoluti, si passa dai 5.997 negozi del 2010 ai 5.233 di fine 2023. Pesante anche il divario riscontrato su base annua, che corrisponde a -134 esercizi, considerando che in provincia di Trento, a fine 2022, le attività commerciali erano 5.367. Le comunità di valle più colpite risultano essere la Valle di Fiemme che ha perso dal 2010 oltre il 22% di negozi, la Valsugana e Tesino, le Giudicarie e la Val di Non, mentre la Rotaliana, la Paganella e l’Alto Garda e Ledro esprimono una maggiore capacità di tenuta. I due comuni di Trento e Rovereto, considerati insieme, ospitano il 29% degli esercizi commerciali in sede fissa dell’intera provincia e il 35% della superficie di vendita. In linea di massima, però, il peso del comune capoluogo è circa 2 volte e mezzo quello di Rovereto. Seguono Riva del Garda con 427 esercizi e Pergine Valsugana con 298 unità commerciali. Significativa la crescita della superficie media dei punti vendita che è passata dai 114 m2 nel 2010 ai 141 m2 nel 2023. Sul fronte dell’occupazione il commercio al dettaglio offre lavoro a 15.807 addetti, mentre il commercio all’ingrosso ne assorbe complessivamente solo 6.955.

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