
Erano le 14,36 di un limpido e azzurro pomeriggio di inizio febbraio. Sono passati 23 anni da quella che è tristemente nota come la tragedia del Cermis, con il suo pesante tributo di vite umane provenienti da vari paesi del mondo. Turisti che per puro caso si trovavano su quella maledetta cabina, per passare un pomeriggio sulle piste da sci. Commemorato a Cavalese il 23° anniversario della strage del Cermis. Un aereo militare statunitense tranciò i cavi della funivia provocando la morte di dei 19 turisti e del manovratore della cabina. Ad anni di distanza la ferita rimane aperta: la valle di Fiemme si è fermata per ricordare le vittime del 1998 e anche le altre 40 del primo disastro del Cermis del 1976. Alla cerimonia hanno partecipato le più alte cariche militari e civili. A rappresentare la Provincia autonoma di Trento era presente l’assessore provinciale Achille Spinelli che ha sottolineato: "Un giorno di vacanza si trasformò in un lutto che colpì, per le modalità e le circostanze, la comunità internazionale. La Provincia continuerà ad essere al fianco della valle di Fiemme”. Una breve cerimonia nella Chiesa dell’Addolorata a Cavalese, guidata dalle parole del decano, don Albino Dell’Eva. "La tragedia del Cermis con i suoi morti non è frutto del caso ma ci insegna, nella sua drammaticità, il valore della vita”, ha ammonito il parroco di Cavalese. Il sindaco di Cavalese Sergio Finato ha ricordato “Avvertiamo ancora oggi una sensazione di profondo dolore. La tragedia fu dovuta ad errore umano. La commemorazione è dunque il momento della consapevolezza del valore superiore della vita”.