Musica, arte e storie vere per parlare apertamente di emozioni: ansie e fragilità, ma anche creatività e nuove prospettive. È questo lo spirito di “Dentro la testa. La salute mentale senza filtri”, il nuovo appuntamento di SWIPE che è andato in scena oggi al teatro Zandonai. L’iniziativa promossa da Fondazione Caritro e Sideout Eventi apre un dialogo tra giovani e adulti sui temi più urgenti della contemporaneità ed è al suo terzo evento. Quello organizzato oggi al teatro Zandonai di Rovereto rientra nell’ambito del Festival “Lunatici” dell’Associazione AMA (AutoMutuoAiuto) ed è stato promosso in collaborazione con il Comune di Rovereto. Protagonisti della serata sono stati Rkomi (al secolo Mirko Manuele Martorana), tra i cantautori e rapper più amati della scena musicale italiana, e Gianpiero D’Alessandro, artista e graphic designer di fama internazionale. A moderare il dialogo Carlo Pastore, conduttore e direttore artistico del MI AMI Festival, che ha accompagnato gli ospiti ed il pubblico in un confronto autentico assieme alla giovane psicologa e arteterapeuta di AMA Linda Tovazzi. La musica di Rkomi è risuonata nel teatro più storico del Trentino insieme alle storie di successo, o meglio di “soddisfazione” come le hanno definite i due, protagonistiche accomunano il cantante e l’illustratore che ha conquistato perfino Justin Bieber. La serata di SWIPE è stata anche l’occasione per conoscerli da vicino e per scoprire che non è sempre stato tutto facile nemmeno per loro. Rkomi, raccontando dei momenti difficili vissute alternati al successo, ha svelato: «Fino ai 18 anni mi vergognavo di andare in terapia, anche perché non lo vedevo fare a nessuno». Anche D’Alessandro ha spiegato d’aver vissuto un vero periodo di balck out: «Quando sono andato via pensavo che fosse il mio paese il posto in cui stavo male, invece ho capito che il posto dove stavo male era dentro di me». Grazie ai loro racconti è stato affrontato il tema della salute mentale con uno sguardo nuovo e inclusivo, attraverso linguaggi diversi capaci di connettere esperienze e generazioni. Dalle fragilità alle risorse, dalle ansie alla creatività, il dialogo con gli ospiti ha offerto spunti di riflessione per chi ogni giorno si confronta con la complessità del vivere contemporaneo. «La soluzione che tutti vorrebbero subito quando stanno male – ha spiegato la psicologa - non è immediata, bisogna imparare a stare nella sofferenza, nel buio». L’evento ha acceso i riflettori anche sui dati che l’associazione AMA ha attinto da diversi studi: 1 giovane trentino su 10 mostra sintomi di depressione. Le ragazze sono maggiormente a rischio. Il 13% dei giovani trentini si sente solo. Il senso di solitudine è più diffuso tra i giovani delle superiori, in particolare tra le ragazze tra cui circa 1 su 4 prova questo stato d'animo. Circa 1 giovane trentino su 6 ha una self-efficay (convinzione nelle proprie capacità) alta (17%). Le ragazze hanno meno fiducia nelle proprie capacità dei ragazzi: il 30% di esse ha scarsa convinzione dei propri mezzi.