La Commissione europea ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora per il non corretto recepimento delle direttive Ue sugli appalti pubblici, criticando in particolare la finanza di progetto e il diritto di prelazione che, secondo Bruxelles, non garantiscono adeguata trasparenza e parità di trattamento. Il richiamo riguarda anche il bando di gara dell’A22, che prevede investimenti per circa 10 miliardi di euro. L’Unione chiede di proseguire con la gara, ferma dal 27 giugno e rinviata fino al 30 novembre, in attesa della sentenza della Corte di Giustizia Ue. Il presidente Kompatscher attende indicazioni dal ministero, mentre Fugatti critica Bruxelles per il cambio di posizione: “La Commissione – commenta – cambia idea troppo spesso”. Intanto una buona notizia arriva da Autostrade per l’Italia, che ha ritirato il ricorso al Tar contro il diritto di prelazione, lasciando campo libero. Autobrennero da parte sua chiede di continuare con la gara: la rete stradale ha bisogno di migliorie, rimandate da troppo tempo, dato che la concessione è scaduta nel 2014. Una gara senza diritto di prelazione e senza finanza di progetto avvantaggerà, a discapito di Autobrennero, i grandi gruppi che sembrano interessati: il Gruppo Gavio, A4 Holding e Fininc. Ora lo sguardo è puntato sulla Corte a Lussemburgo, dove si deciderà il destino dell’A22.