
La riforma del sistema sanitario trentino è alle porte, con il primo di gennaio 2026 l’Azienda sanitaria si trasforma in ASUIT, Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino. Ma non tutti fanno i salti di gioia. “Il rischio” - avverte il presidente dell’Associazione primari ospedalieri (Anpo) Fulvio Campolongo - “ è che nel nuovo assetto della sanità trentina prevalga il ruolo universitario anziché quello ospedaliero”. “Il disegno di legge non risponde alle problematiche attuali del servizio sanitario” – sottolinea preoccupato Campolongo. Il nuovo modello di azienda non risponde alle esigenze della popolazione, questa la crtica del dott. Campolongo, poiché non affronta le problematiche più stringenti che investono la sanità trentina: l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle cronicità, la sanità territoriale inadeguata rispetto ai bisogni della comunità, gli estenuanti tempi di attesa, la strisciante privatizzazione e il ricorso al privato e al pagamento di tasca propria. Per il presidente dei primari è difficile insomma immaginare il valore aggiunto che l’istituzione dell’ A.S.U.I.T. potrà rappresentare per la riorganizzazione dell'offerta sanitaria del territorio. Sono molte le sfide per ASUIT che dovrà dimostrare anche di essere in grado di rispondere alle problematiche relative anche al personale medico. Con un gap di 450 infermieri e i progetti di edilizia sanitaria legati al PNRR non ancora in essere con la scadenza fissata nei primi mesi del 2026. Un quadro generale che si preannuncia di scarsa attrattività per il personale medico: organici sottodimensionati con conseguente stress lavorativo, scarso turnover con aumento dell’età media dei dipendenti.