La Blue Tongue, la malattia virale che colpisce in particolare gli ovini, è tornata a preoccupare seriamente gli allevatori italiani, soprattutto dopo l’individuazione di un ceppo mortale nel Triveneto. Inoltre, secondo un’elaborazione dei dati ufficiali condotta da Confagricoltura, i focolai attivi da inizio anno hanno già raggiunto quota 768. Numeri elevati se confrontati con quelli dello stesso periodo del 2024, quando i focolai erano stati meno di 100. Le regioni più colpite sono quelle del Centro Italia, ma i focolai si stanno diffacendo anche in altre zone, tra cui il Trentino. Ad agosto 2025 sono stati segnalati due focolai, uno a Imer e l’altro a Baselga di Pinè, a essere interessati solo bovini asintomatici. “Non vi è alcun allarme” - spiega il dirigente dell'U.O. competente Roberto Tezzele - “la situazione è costantemente monitorata”. Il virus viene trasmesso da moscerini del genere Culicoides. Nei ruminanti, soprattutto ovini e caprini, la malattia può causare febbre alta. Nei bovini, i sintomi tendono ad essere più lievi. La malattia non è trasmissibile all’uomo e non comporta problemi di sicurezza degli alimenti, ma ha una ricaduta economica per la mortalità.