Il giorno in cui si sarebbe dovuto tagliare il nastro per l’inaugurazione del bypass, le frese non avranno ancora iniziato a scavare. Slitta di nuovo la conclusione dell’opera nel capoluogo trentino, inizialmente prevista per giugno 2026. Una tempistica che smentisce, di fatto, le rassicurazioni del ministro Salvini, che proprio a Trento aveva garantito che l’uscita dal Pnrr non avrebbe comportato ritardi. A fare chiarezza sul nuovo cronoprogramma sono stati i tecnici di Italferr e del Consorzio Tridentum, che nell’ultimo aggiornamento al comitato tecnico hanno annunciato un ulteriore slittamento di almeno 90 giorni rispetto agli ultimi tempi comunicati. L’installazione dei preassemblati delle frese è ora prevista tra maggio e giugno del prossimo anno, rendendo improbabile l’avvio degli scavi prima dell’autunno, orientativamente attorno a settembre. Nel frattempo, proseguono le operazioni di assemblaggio delle frese, con la saldatura degli scudi laterali attualmente in corso. Intanto, il comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio ambientale e per la sicurezza ha iniziato ieri l’esame del modello geomorfologico della Marzola, un passaggio necessario in vista dei lavori di perforazione delle gallerie. Un tavolo di confronto tra progettisti ed esperti continuerà l’analisi nei prossimi incontri.