Enrico Forti, conosciuto come Chico, ha 65 anni e da 25 è in carcere negli Stati Uniti d’America. Tra le sue passioni il windsurf: è stato il primo italiano a partecipare alla coppa del mondo professionisti della disciplina. Accanto a questa la passione e la propensione per la tv: Chico diventa produttore di filmati di sport estremi, partecipa a programmi sportivi, diventa capoeditore di Windsurf Italia e fonda una casa di produzione. Oltre oceano si ricostruisce una vita dopo aver vinto una grossa somma al gioco televisivo Telemike. Una nuova moglie dopo il divorzio, tre figli. Nel 1998 l’australiano Dale Pike viene trovato morto. Chico Forti viene arrestato con l’accusa di omicidio; si proclama innocente ma viene condannato all’ergastolo. Recluso in un carcere di massima sicurezza, non si dà per vinto, la sua famiglia e i suoi amici chiedono in tutti i modi di riportarlo a casa, dove avrebbe potuto scontare la pena più vicino alla sua famiglia d’origine. La svolta sembra arrivare nel 2020: quello che allora era ministro degli esteri, Luigi Di Maio, accende la speranza. “Chico Forti è stato trasferito in un altro penitenziario americano – annuncia il ministro - dove si collocano i detenuti in attesa trasferimento". L’iter però si blocca: il governatore della Florida non firma i documenti. Rimane però in piedi la richiesta, basata sulla CEDU, la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. E siamo ad oggi. Il 1 marzo 2024, dopo l’incontro con il Presidente Joe Biden, la premier Giorgia Meloni registra un videomessaggio: "Sono felice di annunciare è stata appena firmata l'autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti" – dichiara. E Chico a Pasqua potrà probabilmente essere di nuovo in patria.