Stralciare il progetto della circonvallazione ferroviaria, dirottare le risorse del PNRR su una bonifica integrale delle aree inquinate di Trento nord, estendere il sequestro preventivo che a luglio 2023 ha bloccato una parte del cantiere TAV all’intera area dell’ex scalo Filzi. E poi: costruire due barriere idrauliche per fermare l’espansione dell’inquinamento verso la città, allargare i confini del sito di interesse nazionale e avviare un piano sanitario per tutta la popolazione della città. Queste le rivendicazioni che il Comitato NO Tav trentino ha portato all’attenzione dei capigruppo in consiglio comunale di Trento. Richieste accompagnate da un presidio ai piedi di Palazzo Thun. Ultimo atto di una battaglia lunga 17 anni. Nonostante le difficoltà di realizzazione e lo stop dei fondi PNRR al progetto, la Provincia non ha ancora abbandonato il progetto circonvallazione. I timori sono sempre gli stessi: che gli scavi possano causare la fuoriuscita di piombo tetraetile dai terreni un tempo occupati dalle fabbriche SLOI e Carbochimica. Nei prossimi giorni la commissione ambiente del Consiglio si riunirà assieme ai tecnici per discutere le proposte del comitato No Tav.