Centro di permanenza per i rimpatri di Trento. Dopo l’accordo siglato ieri tra il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti ci sono le prime reazioni delle politiche. “Il prossimo Centro per i rimpatri di Trento non sarà una soluzione anzi rischia di peggiorare il clima fra migranti e cittadini”. A dirlo e il consigliere di Campobase Roberto Stanchina che sottolinea: “il Cpr è solo l’ultimo tassello del progetto accoglienza, un disegno a cui mancano le basi ovvero l’accoglienza diffusa”. La struttura da 25 posti a Maso Visintainer sarà realizzata con fondi provinciali e gestita dal Ministero dell’Interno. Costerà alla provincia circa 2 milioni di euro, questa una stima iniziale. "Costi che potrebbero lievitare" - spiega il consigliere Stanchina. Il centro sorgerà in un triangolo di terra nell’area a sud della galleria di Piedicastello. Il progetto prevede la demolizione dell’edificio esistente e gli spazi saranno organizzati in moduli prefabbricati con aree dedicate sia ai trattenuti che alle forze dell’ordine, all’interno di una doppia recinzione di sicurezza. Secondo le dichiarazioni del presidente Fugatti, il centro sarà operativo a fine 2026.