I primi bersagli colpiti sono Cina, Messico e Canada. Ma nel mirino di Donald Trump, c’è anche l’Unione Europea. Altro obiettivo designato della guerra doganale che il nuovo presidente degli Stati Uniti intende portare avanti nei prossimi mesi, con l’imposizione di nuovi dazi. Imposte fissate al 25% per Canada e Messico e al 10% per la Cina, al momento per quanto riguarda prodotti farmaceutici e acciaio. Ma dal 18 febbraio scatteranno anche su microchip, petrolio e gas. Trump i dazi li ha promessi anche all’Europa, parlando con i giornalisti presenti allo Studio Ovale, prima di firmare i nuovi ordini esecutivi. La regione Trentino-Alto Adige, come del resto lo Stato Italiano, assistono con preoccupazione. Federico Rampini, per anni corrispondente da New York per La Repubblica, e oggi al Corriere della Sera, ne ha ricordato i motivi al Teatro Rosmini di Rovereto, poco prima della presentazione del suo ultimo libro “La speranza dell’Africa”. "L'America è il secondo mercato di sbocco per tutta la filiera del made in Italy, normale la preoccupazione. - ha riferito il giornalista a Trentino Tv - La soluzione? Forse comprare più energia dagli Stati Uniti potrebbe essere una buona contropartita per convincere Trump a non mettere dazi. O a metterne di meno".