
“A partire dal primo di agosto 2025, applicheremo all’Unione Europea una tariffa doganale del 30% sui prodotti Ue esportati negli Stati Uniti, separata da tutte le tariffe settoriali”, scrive così Donald Trump sul suo social media Truth. Dopo mesi di negoziati la lettera del presidente Trump a Bruxelles arriva a confermare i timori europei. Ma in guerra, si sa, vince chi ha in nervi saldi. Secondo il segretario generale della Cgil del Trentino non è ancora detta l’ultima parola. Quello dell’inquilino della Casa bianca "potrebbe essere l’ennesimo bluff, la trattativa è ancora aperta". Se l’amministrazione americana dovesse, però, confermare i dazi, in Trentino a pagare il prezzo più alto sarebbe l’export vitivinicolo e quello meccanico. "Il Trentino deve prepararsi al peggio in maniera da tutelare i lavoratori trentini a rischio". L’esortazione di Andrea Grosselli è di guardare ad altri mercati. Dazi e controdazi, il braccio di ferro continua. Dall’acciaio ai semilavorati, dai vini ad altri prodotti agroalimentari, dalle auto alla meccanica industriale in genere fino all’abbigliamento. A perderci è anche il Paese a stelle strisce come ha fatto notare la Camera di Commercio Usa in Europa: in ballo c’è un rapporto commerciale che vale 9.500 miliardi l’anno.