Cinque sono morti investiti, altri cinque probabilmente avvelenati. I numeri deei decessi di lupo in Trentino nel solo mese di febbraio. A renderli noti, una nota diffusa sul sito dedicato ai grandi carnivori della provincia di Trento. Le carcasse dei primi quattro esemplari deceduti sono state ritrovate il primo del mese nei pressi di Levico, in prossimità della pista ciclabile lungo il fiume Brenta. L’ipotesi che si sia trattato di avvelenamento è stata avallata dal corpo forestale trentino fin dalle prime analisi. Successivamente è scattata una denuncia a carico di ignoti. L’ultimo caso di sospetto avvelenamento è riguarda quello di una giovane esemplare di lupa ritrovata senza vita nelle campagne di Nomi, il 28 febbraio. La carcassa è stata consegnata all’Istituto Zooprofilattico per indagare le cause di morte. Per quanto riguarda invece i lupi morti a causa di investimenti stradali, nel mese di febbraio, in totale si contano ben sette casi: in cinque di questi, gli animali sono morti sul colpo a seguito dell’impatto. Negli altri due casi, meno gravi, gli esemplari sono riusciti a fuggire. I numeri fanno suonare un campanello d’allarme per una specie autoctona dell’arco alpino, che però, è sempre meno protetta. Da poche settimane, infatti, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ha redatto un protocollo che permetterebbe l’abbattimento dai 3 a 5 esemplari di lupo ogni anno in Trentino se considerati potenzialmente pericolosi per l’uomo. Il documento ha ottenuto il via libera da parte del Ministero dell’Ambiente.