Dopo la recente inchiesta della Guardia di finanza di Trento che ha scoperchiato un intenso traffico di stupefacenti, spicca anche l’elevato consumo che se ne fa in provincia e in particolare nel capoluogo. I dati sono confermati dai campioni delle acque reflue di Trento analizzate dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano. Dati che vedono la città di Trento al quinto posto per consumo di hashish e marjiuana: ogni giorno, sono 74 dosi giornaliere ogni mille abitanti. In Italia, la media è di 50 dosi al giorno. Trento, dunque, va ben oltre. Tra il 2012 e il 2022, in Italia, sono morte 3mila539 persone per overdose da sostanze stupefacenti, 34 in Trentino. Il capoluogo è poi al decimo posto, a livello nazionale, per consumo di eroina e al diciannovesimo per cocaina. Non è un mistero, il disagio sociale a Trento è palese e non è nascosto. Le zone più a rischio sono Santa Maria, piazza della Portela, Badia di San Lorenzo, Piazza Dante e parte del quartiere Le Albere. Forte la presenza di spaccio e microcriminalità, che spesso avviene alla luce del sole. E negli ultimi 20 anni la situazione è peggiorata. Un disagio di difficile soluzione. Da anni ci si interroga sui motivi che si celano dietro questi fenomeni. Problemi strutturali e sociali che aspettano riposte dalle istituzioni, ma anche una maggiore responsabilità da parte dei cittadini. Purtroppo se c’è offerta significa che c’è domanda.