Coppie gay aggredite a calci e pugni prese di mira dal branco sono cronache nazionali, non poi tanto lontane. Anche il Trentino non è esente dall’omofobia, le aggressioni possono essere anche verbali. È successo in val di Non dove una coppia di ragazzi del luogo seduti ad una panchina sono stati bersagliati da insulti omofobi. Grida e sfottò di baci. Le radici dell’omofobia sono varie, di solito intrecciate tra loro. Alcune sono arcaiche come la paura trasformata in odio per ciò che viene percepito diverso e/o straniero, mentre oggi dice il presidente di Arcigay Trentino Shamar Droghetti la spirale d’odio si muove in un contesto politico dove quello che preoccupa e spaventa, fino all’odio, è la possibilità di una normalità omosessuale e della sua realizzazione affettiva e familiare. Dopo l'episodio omofobo dei giorni scorsi il presidente di Arcigay Trentino lancia un appello alla politica: "La lotta all'omofobia deve essere una priorità". Crimini d’odio e discriminazioni, non sempre le coppie gay che si ritrovano al centro del vortice di della violenza riescono a denunciare l’accaduto come nel caso noneso a quei giovani va l’abbraccio di una Comunità. Andare avanti anche grazie agli esempi di chi ha superato lo scoglio degli insulti omofobi è il caso di Renato Zero che recentemente ha dichiarato: “quelli degli esordi erano incitamenti, se superi quella volgare certificazione farai strada”.