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Elezioni. Ricorso dei sindaci contro il voto del 4 maggio

Venerdì 17 Gennaio - 11:20

Andare al voto il 4 maggio prossimo accorcerebbe di 5 mesi il mandato dei sindaci eletti nel settembre del 2020. In sostanza è questa la ragione che ha sollevato la protesta di quasi una quarantina di amministratori trentini che, nelle ore scorse, hanno depositato un formale ricorso contro il decreto regionale che ha stabilito il prossimo 4 maggio come giorno di elezioni amministrative in Trentino Alto Adige. Considerando che nel 2020 il voto era slittato dalla normale scadenza di primavera a settembre, causa la pandemia da Covid-19, andare a votare a maggio di quest’anno significherebbe interrompere la legislatura a 4 anni e 7 mesi anziché i canonici 5 anni. Così i sindaci di Lavis, di San Michele all’Adige, ma anche di Drena e tre assessori di Riva del Garda, capeggiati dal Sindaco di Pergine Oss Emer hanno firmato la richiesta di sospensiva del decreto presentata al Tar nelle ore scorse. Per precisione di cronaca il primo cittadino perginese fa sapere che i sindaci che condividono la presa di posizione sono almeno 35 ma c’era fretta di depositare il ricorso e quindi nelle ore scorse si è provveduto a far firmare il provvedimento a chi era disponibile nell’immediato. Gli amministratori sono difesi dall’avvocato Damiano Florenzano, docente dell’Università di Trento, il quale ha esposto le ragioni dei ricorrenti che “agiscono – fa sapere il legale – a tutela del proprio diritto elettorale” contro quella che si ipotizza possa trattarsi – sempre stando alle parole del legale – di “un’illegittima quanto ingiustificata decurtazione del tempo di durata, che è quinquennale, del mandato elettivo”. Ai posteri, anzi, al TAR l’ardua sentenza.

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