E’ messa per iscritto nell’oggetto della comunicazione ai sindacati, da parte di Marangoni, la mancanza di lavoro o commesse e crisi del mercato. Ed è con questa motivazione che l’azienda attiverà la cassa integrazione per i propri dipendenti. Da lunedì prossimo e così per 13 settimane fino a un massimo di 125 dipendenti, nella storica azienda roveretana produttrice di pneumatici i dpnendenti alavoreranno ad orario ridotto in relazione al carico di lavoro settimanale ed alle professionalità occorrenti. La riduzione della propria produttività dipende dal calo considerevole di ordini e commesse, riflesso di una flessione repentina dell’intero mercato europeo di riferimento. Anche Manica, azienda altrettanto storica di Rovereto, parla di mancanza di commesse. Una mancanza che tende a voler giustificare l’altrettanto scelta di voler mettere in cassa integrazione a zero 25 dipendenti, o di farli lavorare ad orario ridotto in relazione al carico settimanale. Non dimentichiamo anche i 183 dipendenti della Vetri Speciali, fermati dall’incendio che ha completamente disintegrato il forno di Spini di Gardolo. “La cassa integrazione sta interessando settori diversi ed è segno che la crisi è generalizzata e profonda … anzi, posso scommettere che nel giro di poche settimane arriveranno altre comunicazioni di questo segno”, spiega Mario Cerutti, sindacalista diella Filctem Cgil. Infatti, le previsioni da qui al prossimo anno non sono del tutto rosee. In generale, tutti gli indicatori dell’economia globale hanno segno negativo. E, se consideriamo che la cassa integrazione non è eterna, “si rischia di arrivare ad un punto in cui è un tampone che serve a poco”, conclude Cerutti.