Non è stata archiviata l’ipotesi di associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso nell’ambito dell’inchiesta Romeo. Il giudice per le indagini preliminari Enrico Borrelli ha infatti ritenuto, allo stato attuale, non accoglibile la richiesta della Procura di Trento: la decisione è stata rinviata all’udienza fissata per il 5 febbraio 2026, quando le parti discuteranno nel contraddittorio. Era il 3 dicembre 2024 quando l'inchiesta Romeo aveva provocato un terremoto nel mondo della politica e dell'economia in Trentino e in Alto Adige: otto arresti e 77 indagati, tra cui l’ex sindaca di Riva del Garda Cristina Santi, il commercialista Heinz Peter Hager e l’imprenditore Paolo Signoretti, con accuse che spaziavano dall’associazione a delinquere alla turbativa d’asta e al finanziamento illecito ai partiti. A novembre scorso la Procura aveva chiesto l’archiviazione di 35 capi d’accusa, ritenendo insufficienti le prove raccolte nell’ultimo anno. Se l’archiviazione fosse stata accolta, sarebbe venuto meno l’impianto centrale dell’inchiesta, con l’esclusione anche del coinvolgimento dell’imprenditore René Benko.