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Inchiesta “Romeo”, la Procura chiede l’archiviazione: cade l’accusa principale

Domenica 14 Dicembre - 07:50

Dopo quattro anni di indagini, intercettazioni, sequestri e arresti che avevano scosso il Trentino-Alto Adige, l’inchiesta “Romeo” arriva a una svolta clamorosa. La Procura ha chiesto l’archiviazione dell’accusa principale e di diversi reati contestati ai protagonisti del presunto sistema di intrecci tra politica e affari che, il 3 dicembre scorso, aveva portato a 9 arresti e 68 indagati. Al centro del procedimento c’erano grandi operazioni immobiliari come l’area ex Cattoi di Riva del Garda e il WaltherPark di Bolzano. Ma oggi i pm Alessandro Clemente e Federica Iovene fanno un passo indietro: secondo l’accusa, mancano prove sufficienti per sostenere l’esistenza di un’associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso. La motivazione è netta: “infondatezza della notizia di reato e assenza di una ragionevole previsione di condanna”. Se il gip accoglierà la richiesta, cadrà l’ossatura dell’inchiesta. Si allontana così anche ogni collegamento con l’imprenditore austriaco René Benko, indicato inizialmente come regista delle operazioni, insieme al commercialista Heinz Peter Hager e all’imprenditore Paolo Signoretti. Per loro resterebbero solo alcune ipotesi minori, soprattutto fiscali o contro la pubblica amministrazione. Stessa sorte per l’ex sindaca di Riva del Garda Cristina Santi e per diversi tecnici e funzionari pubblici: per molti la Procura chiede l’archiviazione totale. Rimangono invece singole contestazioni residue, come nel caso dell’ex senatore Vittorio Fravezzi. Ora la palla passa al giudice. Nulla è ancora definitivo, ma la richiesta di archiviazione segna un ridimensionamento profondo di una delle inchieste più pesanti degli ultimi anni in regione. (Lorenzo Molinari)

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