Gli aumenti delle indennità dei consiglieri regionali tengono sempre banco nella politica regionale. L’argomento è tornato sui banchi del consiglio regionale. In discussione alcuni emendamenti depositati da alcuni gruppi di opposizione per rilanciare — ancora una volta — la proposta di togliere l’automatismo che lega l’adeguamento delle indennità dei consiglieri al rinnovo del contratto dei dipendenti regionali, la cui trattativa per il triennio 2025-2027 è in corso. Quando il rinnovo contrattuale sarà firmato, nelle tasche dei consiglieri potrebbero arrivare ulteriori 700 euro in più, oltre agli arretrati. E questo lo si sa porterebbe nuove polemiche. Diverse le ipotesi sul tavolo tra cui quella Svp che prevede di legare le indennità all’andamento delle retribuzioni giornaliere lorde ai fini previdenziali dei lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato non agricolo della regione raccolti dall’Osservatorio dell’Inps. Convinto della necessità di un cambio di rotta Alessio Manica del Pd che chiede di «cancellare l’automatismo nell’adeguamento delle indennità». Claudio Cia del Gruppo Misto ha posto sul tavolo una provocazione, un emendamento che dà facoltà al consigliere regionale di destinare una parte o l’intera indennità mensile netta al fondo per il sostegno della famiglia e dell’occupazione.