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Lasciata a casa perché incinta. Cgil vince la causa

Giovedì 15 Maggio - 18:21

Parità di genere e tutela della maternità, due principi che non sempre vengono rispettati. Lo dimostra la storia di due donne che hanno perso il lavoro perché incinta: è successo quattro anni fa in Trentino. Una delle due donne, seguita dall'avvocata Sonia Guglieminetti continua la sua lotta, col sostegno della Fiom, del Nidil e dell'Ufficio vertenze della Cgil del Trentino. L'impiegata, addetta alla contabilità, per lo stabilimento Dana di Arco con un contratto interinale aveva una missione con termine previsto fino al 2049. Estromessa dall'organico, interrompendone la missione, ma la Corte d'appello di Trento ha accolto il ricorso dell'impiegata in staff leasing. La condanna per lo stabilimento Dana è di discriminazione di genere. La condizione di una lavoratrice in stato di gravidanza - ha sancito la Corte - va tutelata sempre, anche se lavora con un contratto precario. In caso contrario, si è di fronte ad una discriminazione. Per questa ragione Dana dovrà riconoscere alla lavoratrice il 100% della retribuzione sino al compimento dell'anno di età del figlio, e risarcire il danno dovuto alla discriminazione di genere. Accollate integralmente a Dana anche le spese legali.

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