Cala il tasso di disoccupazione in Trentino, ma gli occupati crescono solo nei settori a minor valore aggiunto, quelli in sostanza che creano meno ricchezza per il sistema economico locale. A dirlo Cgil, Cisl e Uil dopo la diffusione dei dati Istat che confermano l’andamento positivo del mercato del lavoro in provincia. A giugno il tasso di disoccupazione è sceso al 2,4% rispetto al 3,5 dello stesso periodo del 2024. La disoccupazione sale lievemente rispetto al primo trimestre dell’anno quando il tasso di chi cercava un lavoro era sceso all’1,7%, si tratta però di una tendenza legata alla stagionalità di molti settori produttivi. Cresce in parallelo l’occupazione: il tasso di occupazione si attesta oggi al 71,4% rispetto al 70,9 dello scorso anno. Tra le donne aumenta l’attività ma resta più alto il tasso di chi cerca impiego, mentre per gli uomini si parla di un tasso di disoccupazione di appena l’1,4%. In aumento però tra i lavoratori dipendenti l’occupazione nel terziario, soprattutto commercio e turismo che crescono del 10%, mentre si riducono del 3,7% i lavoratori dipendenti nell’industria manifatturiera. “Fondamentale rivedere le politiche economiche provinciali” commentano i segretari di Cgil, Cisl e Uil del Trentino Grosselli, Bezzi e Largher, riferendosi in particolare agli incentivi alle imprese e puntando a privilegiare i settori a maggior valore aggiunto. Per i sindacati questi dati, infine, dimostrano anche l’urgenza di dare attuazione agli impegni previsti dal Patto sui salari per migliorare la qualità del lavoro e far salire le retribuzioni.