
E scudetto fu. Gara 4 consegna all’Itas il sesto titolo di Campioni d’Italia. La sfida contro Civitanova era iniziata con il vantaggio dei marchigiani 25-21 che richiamava l’adagio di questa serie di finale, ovvero chi gioca in casa vince il match, così era stato nelle 3 gara precedenti. Invece nel secondo parziale, quando anche questo sembrava confermare la tesi sul 23-20 per Bottolo e compagni, Trento è riuscita a spezzare l’equilibrio rimontando e ribaltando il set fino al 28-26: 1 a 1 e quella è stata la svolta. Michieletto al servizio, Lavia in attacco e la compattezza fra muro e difesa hanno cambiato l’inerzia ed il corso della partita. Carica a molla Trento vince nettamente il terzo parziale 17-25 e la Lube sembra in bambola, ma con Bottolo prova a reagire nella quarta frazione, si arriva in parità sul 16-16 ma l’intesa Lavia-Michieletto è disarmante e Trento passa sul 25-20. Il tie break è di marca gialloblù, Michieletto chiude con 22 punti (best scorer e mvp con il 67% in attacco, due muri e quattro ace) e Rychlicki firma il punto finale sul 9-15. La margherita da sfogliare, in questa stagione, è arrivata al suo ultimo petalo ed è quello che regala il sorriso all’Itas Trentino e a suoi tifosi. I petali erano diversi: erano la Supercoppa, il Mondiale per Club, erano la Coppa Italia e la CEV ed appunto lo scudetto. Alla fine è rimasto il petalo tricolore, il sesto della storia di Trentino Volley, il primo trofeo dell’era di Marcello Poli, ma soprattutto un meritato coronamento di una stagione che ha visto Trento sempre in prima linea, ma poi sempre scivolare nei momenti finali. Questo finale, invece, ha avuto un epilogo diverso. L’epilogo giusto. Diremmo.