Con l’arrivo dell’estate, anche le strade tra le cime più amate del nostro Paese tornano a popolarsi. Dai tornanti alpini alle dorsali appenniniche, il turismo di montagna si risveglia, e con esso anche il flusso, a tratti caotico, di veicoli e visitatori. Ma questo ritorno porta con sé interrogativi importanti sulla convivenza e sul rispetto del territorio. Le località turistiche di montagna vivono un dualismo ormai noto: svuotate e silenziose durante la bassa stagione, piene di vita e di rumore con l’arrivo dell’estate. Un afflusso che si riflette sulle strade d’alta quota, dove convivono automobili, moto, biciclette, bus navetta, camper e mezzi di ogni tipo. Non si tratta solo di turismo tradizionale: c’è chi considera la strada un mezzo per raggiungere una meta e chi, invece, vive il turismo di passaggio, che trasforma i passi dolomitici in circuiti improvvisati per auto e moto di grossa cilindrata. Dall’Austria all’Alto Adige, diversi hotel organizzano infatti tour in auto sportive: Porsche, Ferrari e Lamborghini; un vero e proprio parco giochi ad alta quota che attira appassionati da tutto il Nord Europa. A preoccupare non è solo la sicurezza stradale, ma anche l’impatto ambientale: inquinamento acustico e atmosferico, stress per la fauna locale e una crescente cattiva educazione alla montagna. In un’estate che promette numeri da record, è fondamentale ricordare che la montagna, come ogni bene comune, si può vivere appieno solo se la si rispetta davvero.