Mercoledì 06 Novembre - 11:03

“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” così recita il primo articolo della nostra costituzione, ciò dovrebbe rendere l’idea dell’importanza dei lavoratori e delle lavoratrici nel nostro Stato, tuttavia le morti e gli infortuni sul lavoro tendono ad aumentare: in tutta Italia da gennaio a fine settembre 2024 sono state 776 le vittime: 15 decessi in più rispetto al 2023, con 48 mila infortuni sul lavoro per ogni mese. Il Trentino è una delle zone rosse, insieme a Valle d’Aosta, Basilicata, Sicilia e Umbria, con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale, pari a 24 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori. Alla fine dei primi nove mesi del 2024 è il settore delle Costruzioni ad avere maggior numero di decessi lavoro: sono 106. Seguito dalle Attività Manifatturiere (71), da Trasporti e Magazzinaggio (66) e dal Commercio (39). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine settembre 2024 sono 38, mentre 25 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Si conta, inoltre, un incremento di incidenti mortali sul lavoro che interessano i lavoratori stranieri, sono 132, mentre sono 39 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere, ben il 22% delle vittime totali. Le denunce di infortunio totali crescono dello 0,5% rispetto a settembre 2023. Le denunce erano 430.829 a fine settembre 2023, nel 2024 sono passate a 433.002. Anche a fine settembre del 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (52.944), seguono Costruzioni (27.403), Sanità (26.915), Trasporto e Magazzinaggio (25.285) e Commercio (24.470). La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 97.111 denunce (con il 22,4% del totale).