Una vita trascorsa alla guida di escavatori, poi, lunedì scorso, l’infarto improvviso in un cantiere a Giustino. È morto così Mario Fabbro, 61 anni, originario di Pergine. I soccorsi invano hanno tentato di salvarlo, ma per l’uomo non c’era più nulla da fare. Un'altra tragedia sul lavoro in una regione “zona rossa”, dove l’incidenza degli infortuni mortali resta tra le più alte d’Italia. La Procura di Trento ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo: si vogliono accertare eventuali violazioni delle norme di sicurezza e dei turni. Il titolare della ditta Alpin srl, per cui Fabbro lavorava, è stato iscritto nel registro degli indagati: un atto dovuto per agli accertamenti del caso. A complicare il quadro è la denuncia di un ex collega, che parla di turni di lavoro massacranti, fino a 12 ore al giorno, e di mezzi non adeguati. Tutti elementi che la Procura intende approfondire. Il primo passo sarà l’esame autoptico, affidato al dottor Dario Raniero dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Verona. Nel frattempo, sono già al lavoro gli ispettori dell’Uopsal (Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) e i carabinieri. I sindacati Cgil, Cisl e Uil tornano a chiedere più controlli e prevenzione nei cantieri, soprattutto in presenza di segnalazioni su orari non rispettati o condizioni di lavoro inadeguate.