Nascose il corpo dell'operaio dopo l'incidente, condanna confermata

Giovedì 21 Settembre - 12:32

La Corte di Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso presentato dai legali di Riccardo Sorarù, 46enne di Rocca Pietore, in provincia di Belluno, confermando pertanto la condanna decretata dal Tribunale di Trento fin dal primo grado di giudizio penale – 4 anni e 5 mesi di reclusione – per aver causato, a fine 2018 a poche settimane da Vaia, la morte di Vitali Mardari, 28enne di origine moldava, nei boschi tra Veneto e Trentino. A scriverlo in una nota Giesse Risarcimenti Danni, che ha seguito la pratica per conto della sorella della vittima. Il 28enne lavorava senza un regolare contratto, né dispositivi di protezione né formazione specifica assieme ad altri due lavoratori quando era stato colpito da una corda metallica, che si era spezzata mentre veniva tirata per poter trasportare il legname. Secondo quanto ricostruito Riccardo Sorarù avrebbe spostato il corpo fuori dal cantiere e nascosto con del legname quando era ancora vivo, ritardando l’allerta al numero di emergenza.

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