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Nuovo traguardo per l'urologia trentina

Mercoledì 05 Febbraio - 16:53

Soprattutto dopo i 55 anni, per gli uomini l’iperplasia prostatica benigna, cioè l’aumento del volume della prostata di natura benigna, è una delle patologie più comuni e causa i classici disturbi urinari: minzione frequente e difficoltosa, fatica ad iniziare ad urinare, gocciolamento alla fine della minzione e risvegli notturni. A soffrine sono circa il 70% dei 70enni. Una patologia legata all’avanzare dell’età che, se non correttamente trattata, può progredire in maniera significativa portando alla necessità di un catetere o all’intervento chirurgico. Dagli anni in cui era necessario eseguire un taglio sull’addome per asportare la porzione di prostata in eccesso, si è passati ai trattamenti endoscopici trans-uretrali. “La tecnologia ci ha supportato in modo determinante grazie all’introduzione dell’energia laser – spiega Tommaso Cai, direttore facente funzione dell’Unità operativa multizonale di urologia. In Trentino, l’attenzione alla ricerca per trattamenti sempre più mini-invasivi ed efficaci per i disturbi da prostata è sempre stata presente e oggi abbiamo a disposizione tutte le tecnologie all’avanguardia per curare i pazienti in maniera sempre più mini-invasiva” A Rovereto da diversi anni si utilizza infatti il Greenlight laser, un laser transuretrale specifico per trattare i pazienti con disturbi da ingrossamento della prostata, con ottimi risultati. La mini-invasività, i vantaggi per il paziente in termini di degenza ridotta (solo una notte), la possibilità di rimuovere il catetere il giorno dopo l’intervento e l’efficacia a lungo termine del trattamento hanno portato ad un uso ormai routinario di questa tecnica. Insomma, un nuovo traguardo per l’urologia trentina, con oltre 1000 interventi effettuati con questa tecnica. Un obiettivo raggiunto grazie alla collaborazione tra l’Unità operativa multizonale di urologia e l’Unità operativa di anestesia e rianimazione di Rovereto.

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