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Sara Piffer: oltre al cordoglio per la morte, il dibattito sulla sicurezza

Sabato 25 Gennaio - 10:52

All’indomani dell’incidente che ha spezzato la giovane vita di Sara Piffer il Trentino si divide tra il dolore per l’accaduto e la riflessione sulla sicurezza delle strade. Sono diversi i messaggi arrivati da amici e colleghi di quella che i giornali nazionali hanno definito “stellina” del ciclismo, un astro nascente – diciamo noi – dello sport. Ci sono post sui social delle società per le quali aveva corso, della Mendelspek di Laives che l’aveva accolta tra gli associati; la ricordano tutte le testate nazionali, anche La Gazzetta dello Sport, e poi c’è il cordoglio degli sportivi tra cui il campione Fondriest che si occupava della preparazione di Sara e Christian Piffer, le parole dei genitori e del fratello della giovane campionessa che dice di aver perdonato il 70enne alla guida dell’auto che ha investito Sara “perché – ha detto – starà male come noi”. Un dolore che attraversa il mondo del ciclismo e non solo. "Esprimo a nome mio e della Giunta provinciale profondo dolore e sgomento per il tragico incidente che ha spezzato la vita della giovane promessa del ciclismo trentino Sara Piffer. Siamo vicini alla famiglia, agli amici e a tutta la comunità” ha scritto il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti. La ragazza è stata investita mentre percorreva una strada secondaria che unisce Mezzocorona a Mezzolombardo: un’auto che sopraggiungeva in senso opposto in fase di sorpasso l’ha travolta e uccisa. E questo apre la riflessione e il dibattito sulla sicurezza delle strade, per ciclisti, automobilisti e perdoni.

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