Nella solennità del pontificale dedicato a San Vigilio, patrono della città di Trento, l’Arcivescovo Lauro Tisi ha presieduto la processione dalla Basilica di Santa Maria Maggiore fino alla cattedrale dedicata al Santo Patrono. Monsignor Lauro Tisi nell’omelia richiama alla memoria proprio lui, Vigilio missionario nella valle dell’Adige e nella zona della città di Trento che seppe vivere il rischio dell’incontro con l’altro nel nome di Gesù. Un esempio San Vigilio, per il vescovo Tisi, che deve essere attuale. Tisi ammonisce la Chiesa di Trento. “Deve svegliarsi” - dice - “il rischio è di ritornare ai tempi del prima del Vescovo Vigilio”. Secondo la tradizione, al Santo si deve l’evangelizzazione del Trentino che a quel tempo era ancora in gran parte pagano. “Perdere il nome di Cristo” - afferma Monsignor Tisi – “ non sarebbe solo un danno per il contesto ecclesiale, ma per l’intero Trentino”. “L’umano emancipato da tutto e da tutti, anziché produrre libertà, fiducia, genera sospetto, solitudine, e morte”. Così Monsignor Tisi che fa un appello alla pace: “Pensare che dalle armi venga la pace e assurdo” redarguisce così i governanti. “Con Cristo” - conclude l’arcivescovo - “ l’uomo conosce l’ombra dell’errore e del fallimento, ma non è mai sbagliato e da buttare”. Essere uomini e donne che vivono per Cristo realmente nella fiducia dell’altro. Questa è la vita eterna, l’anticipo di paradiso che germoglia già nel presente.