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Predazzo rinnova la tradizione dei fuochi di S.Martino

Domenica 12 Novembre - 09:03

Una camminata al buio, fino alle pendici di Predazzo, e poi l’accensione dei cinque fuochi corrispondenti ad altrettanti rioni: Ischia, Sommavilla, Piè di Predazzo, Molin e Birreria, accompagnati dal rumore dei campanacci. Invariato lo spirito che anima le centinaia di ragazzi che per un mese si ritrovano i fine settimana a costruire con passione e precisione delle cataste di legna che bruceranno in pochi secondi. Schiere di giovani e giovanissimi già ai primi di ottobre iniziano infatti a costruire le cataste dei fuochi da accendere per poi scendere con i campanacci alla vita e sfilare per le vie del paese fino in piazza per l’assordante concerto finale Lo storico Arturo Boninsegna fa’ risalire i fuochi di S. Martino ad inizio ‘700, ma è probabile che si tratti comunque dell’evoluzione di riti pagani legati al ciclo delle stagioni. L’11 novembre avveniva in tutte le comunità rurali il regolamento dei conti, dei fitti, dei prestiti, dei debiti e ovunque si festeggiava con il vino novello. Il fatto che la festa di Predazzo abbia conservato i tratti di una ritualità del tutto originale rispetto a manifestazioni che si svolgono in tutt’Italia, spesso legate alla svinatura, è da attribuire con tutta probabilità alla presenza della Regola Feudale che in questo giorno, oggi come allora, distribuisce tra tutti i “vicini” le ‘regalie’, ovvero il dividendo dei proventi ricavati dallo sfruttamento agricolo e forestale della montagna del Feudo.

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