“I termini femminili usati in questo testo si riferiscono a tutte le persone”, si legge nella proposta di modifica, appena approvata, del nuovo regolamento generale dell’Ateneo trentino. In questo documento, quindi, scompare la declinazione maschile dei nomi. "Rettrice, direttrice, una studente", nelle 50 pagine di documento impera il femminile che determina, per una volta, una univocità di genere, che vuole essere una provocazione. “Una piccola provocazione, noi non volevamo fare rivoluzioni” - dice il rettore, o meglio la rettrice, Flavio Deflorian. Una provocazione dell’Università di Trento che pone l’attenzione sulla questione di genere, sull’inclusione, e sui femminicidi: “Abbiamo da tempo varie iniziative, nel 2017 erano state adottate delle linee guida sul linguaggio rispettoso delle differenze e abbiamo messo in campo anche differenti iniziative contro il fenomeno della violenza di genere. Per quanto concerne la parità di genere e la parità di retribuzione vi sono ancora molte diseguaglianze, anche nel mondo universitario”. All’Ateneo trentino si fa però un balzo in avanti, o almeno ci si prova, perché il nuovo regolamento UniTn ‘Rosa’, che ha avuto subito l’approvazione di Deflorian, ha aperto un dibattito ricevendo già delle critiche a livello nazionale: “In effetti non è una scelta neutra, non sono mancate le critiche anche da parte di alcune colleghe”, conclude la rettrice Flavio Deflorian.