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Ricerca antropologica sui resti dei soldati di Cima Cady

Mercoledì 28 Giugno - 11:44

Patologie dentali, traumi cranici dovuti ai proiettili e segni di artrosi ai piedi sono i primi risultati emersi dalle analisi bio-antropologiche condotte sui resti dei soldati recuperati la scorsa estate a Cima Cady, sopra il Passo del Tonale, nel Comune di Vermiglio. A svolgere la ricerca una quindicina di ricercatrici e ricercatori dell’Università di Durham (Gran Bretagna) che, coordinati dal professor Daniel Gaudio, in questi giorni sono al lavoro nei laboratori del MUSE tra spazzole, calibri, microscopi e strumenti di analisi. Si tratta di un ambizioso progetto di indagine bio-antropologica e di antropologia forense, coordinato dall’Ufficio beni archeologici della Provincia autonoma di Trento in collaborazione con il MUSE – Museo delle Scienze Erano riemersi la scorsa estate, dopo più di un secolo, in una fossa comune sopra il passo del Tonale. Si trattava dei corpi di alcuni soldati austro-ungarici, caduti sul fronte durante la durissima offensiva dell’Operazione Valanga del 12-13 giugno 1918. Le delicate fasi di recupero e di indagine archeologica, avevano portato alla luce i resti di 12 corpi scheletrizzati. Cosa emerge? Ad esempio, la presenza di numerose patologie dentarie, tra cui carie e ascessi, rivelano come i soldati non solo lottavano con i pericoli e lo stress della battaglia, ma probabilmente anche con acuti dolori dentali. Alcuni individui nonostante la giovane età, presentano già segni di artrosi ai piedi. Altri presentano chiari segni di traumi cranici dovuti alla battaglia, inclusi fori di ingresso probabilmente legati a colpi di mitragliatrice.

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