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Malattie infettive, medici di Trento: "Salute umana legata al benessere di animali e ambiente"

Sabato 14 Giugno - 12:58

La pandemia da Covid ce lo ha insegnato, gli esperti ce lo ricordano: i cambiamenti climatici, la crescente mobilità di persone, le sempre più complesse interazioni tra uomini e mondo animale. Sono tutti fattori che alimentano i rischi di zoonosi, le infezioni trasmesse dagli animali all’uomo tramite spillover, il cosiddetto salto di specie di virus e batteri, argomento centrale del convegno “Zoonosi emergenti e riemergenti. Gli effetti dei cambiamenti climatici e della globalizzazione”, organizzato al Muse dagli ordini professionali di medici, infermieri, veterinari e farmacisti della Provincia di Trento. Tanti esperti di discipline diverse riuniti insieme non per caso: prevenire e combattere le zoonosi, e le potenziali epidemie che queste possono provocare, richiede infatti un approccio integrato, di squadra. Un approccio che riconosca l’esistenza del filo conduttore che lega insieme la salute umana con quella degli animali e dell’ambiente che ci circonda. E se la pandemia da Covid sembra solo un brutto ricordo, lo stesso non vale per diverse malattie spesso considerate marginali nel nostro paese: basti pensare all’impennata di contagi da Dengue nelle Marche, il più grande focolaio d’Europa nel corso del 2024. In Trentino il ritorno del gran caldo ha fatto suonare un nuovo campanello di allarme in Trentino per i rischi di infezioni trasmesse dai morsi di zecca, con due casi accertati di meningoencefalite, già all’inizio del mese di giugno.

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