“Se è vero che l'inflazione ha messo in ginocchio le RSA, è altrettanto vero che la stessa inflazione ha già impattato pesantemente sui cittadini, a fronte di stipendi rimasti di fatto immobili dal 1991. L’utenza non può sobbarcarsi, in forma di aumento di rette che già oltremodo gravano sulle famiglie, anche i costi delle RSA relativi a questo, senza garanzie di miglioramento dei servizi e del rapporto con gli stessi familiari”. A dirlo l’Associazione Familiari RSA Unite APS, in allarme dopo le dichiarazioni dell’Upipa, che ha sollevato il problema di rette a volte sotto la media e bloccate da anni chiedendo sostegno alla Provincia proprio per evitare di dover chiedere alle famiglie ulteriori sforzi economici. L’appello all’assessore Tonina è chiaro: un incontro, sanitarie e socio-sanitarie stabili per l’invecchiamento e la non-autosufficienza e stanziamenti di nuove risorse annuali. Intanto i familiari lamentano problemi in alcune strutture: non sempre sarebbe possibile assistere gli anziani durante i pasti o accedere fuori fascia oraria, misure adottate durante la pandemia e diventate di routine. C’è poi la preoccupazione rispetto al personale delle RSA, cui i familiari si dicono grati per il lavoro svolto: sono ancora pochi e andrebbero fidelizzati, anche attraverso benefici economici. Per l’Associazione è infine importante l’elezione e la partecipazione decisionale alla vita delle Rsa dei rappresentanti dei familiari, che tutt’oggi in diverse strutture sarebbero assenti o in sottonumero.