Chiudi

RSA, l’aumento di spesa per le case di riposo

Giovedì 04 Gennaio - 08:35

I consigli di amministrazione delle 42 aziende pubbliche di servizi alla persona (Apsp) e della cooperativa sociale Spes, che gestiscono le residenze per anziani (Rsa) del Trentino hanno approvato i bilanci di previsione 2024 che chiudono in pareggio grazie agli aumenti delle rette pagate dagli ospiti e dalle loro famiglie. La Provincia ha concesso dopo molti anni di alzare le tariffe cosiddette alberghiere, cioè la parte del costo della residenzialità pagata dagli utenti, con alcuni limiti. Considerando 30 strutture sulle 48 totali, l'aumento medio deliberato è del 3%, un po' superiore al tasso di inflazione previsto per quest'anno, pari al 2,3%. In queste Rsa si passa da una retta media (non ponderata) di 48,50 euro al giorno ad una retta media superiore a 50 euro al giorno e l'aggravio annuo per le famiglie si attesta sopra i 500 euro. Non tutti quindi hanno utilizzato l'intero margine concesso da Piazza Dante, che arrivava ad aumenti di 3 euro massimi per chi avesse la retta inferiore alla media ponderata provinciale e di 2 euro massimi per chi fosse sopra la media. Molte Rsa riescono a recuperare con questi aumenti il deficit messo in moto dall'inflazione, ma alcune non ce la fanno neanche utilizzando tutto il margine di incremento, restano le richieste di molte Apsp di avere più posti disponibili e più personale per far fronte alla domanda crescente. L'Upipa, l'associazione che raggruppa alcuni gruppi delle Apsp, sta raccogliendo i dati per presentare il quadro completo, la presidente Michela Chiogna afferma che gli aumenti vengono applicati secondo le necessità di ciascuno, cercando di contenere l'impatto sulle famiglie e pareggiando i conti, salvo qualche situazione ancora tesa, dove anche applicando il massimo degli aumenti non è possibile un equilibrio.

La nostra Piattaforma multimediale