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Tragedia a Ruffré, albergatrice di 70 anni morta asfissiata dal monossido

Venerdì 19 Dicembre - 18:21

Si è spenta tra le mura di casa. Uccisa da un gas letale, il monossido di carbonio. Forse sprigionato da una stufa a legno difettosa. Una tragedia inaspettata e improvvisa, la morte di Lydia Zischg, una donna altoatesina di 70 anni, storica titolare dell’Hotel Roen nel comune di Ruffé Mendola: un paesino di appena 400 anime in Val di Non. Dal 1988 Lydia gestiva l’albergo insieme al marito Bernard. Proprio quest’ultimo ha lanciato l’allarme, alle prime ore del mattino, dopo aver ritrovato il corpo esanime della moglie dentro la sua abitazione, ospitata dalla stessa struttura ricettiva. Immediato l’arrivo dei soccorsi: sul posto i sanitari con l’elicottero, i carabinieri, i vigili del fuoco di Ruffrè e Cavareno. Ma nulla da fare per la 70enne. Il medico non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. Una tragedia dai contorni ancora sfumati: proseguono gli accertamenti tecnici per chiarire l’esatta dinamica dell’accaduto. Di certo, la tragedia ha gettato nel lutto e nello sconforto la comunità locale. In paese tutti conoscevano la vittima. La sua una una famiglia di lavoratori, colpita più di una volta dal destino crudele. Circa un anno fa, Lydia e Bernard avevano perso il figlio maggiore, primo di due fratelli. Insieme a loro gestiva l’albergo. Nelle parole del sindaco, il cordoglio e la vicinanza di un’intera comunità.

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