
In campo anche l’Azienda sanitaria nello scandalo dei tamponi falsi che chiede un risarcimento per danni patrimoniali e immagine di 107 mila euro. E’ quello che emerge dall’udienza preliminare davanti al giudice Gianmarco Guia sul giro dei tamponi falsi. 33 mila sono stati quelli somministrati tra il 2021 e il 2022. Ed è Gabriele Macinati l’infermiere ritenuto alla base di questa truffa, assieme a Debora Angeli, oltre che tre collaboratori tra cui Jasmire Sevignani, Massimo Calzà e Silvia Zogmeister. Ognuno di loro dovrà risarcire 4 mila euro. Tutti e 5 pronti già a patteggiare. 1000 euro invece per ognuno degli altri 87 coinvolti, molti dei quali chiedono riti alternativi. Macinati è a capo di quella che, secondo gli inquirenti è una vera e propria associazione a delinquere, finalizzata alla realizzazione di test rapidi mendaci, alla corruzione e all’accesso abusivo ad un sistema informatico insieme alla moglie. Gli altri 87 risponderanno sempre di reati alla corruzione, falsità ideologica e accesso abusivo ad un sistema informatico. La prossima udienza sarà il 21 marzo prossimo. L’Azienda sanitaria ricorda che la gravità del fatto non è assolutamente da sottovalutare, definendola “un’associazione criminale costituitasi in Trentino, in un periodo storico grave, quello del Covid” e ancora “un sistema spregiudicato e distorto oltre che criminale che si è approfittato degli ampi poteri derivanti dalle pubbliche funzioni oltre che utilizzando la piattaforma nazionale sanitaria pe rinserire falsi dati sull’infezione da Covid, sfruttando l’account personale dell’Apss”.