Quattro frammenti di un papiro rarissimo, ritrovato non tra le sabbie del tempo ma nelle sezioni dell’archivio del Castello del Buonconsiglio, grazie a un lavoro di riordino avviato dall’egittologa Barbara Gilli e dall’archeologa del museo Annamaria Azzolini che spiega “un tesoro donato da un ufficiale dell’impero austro-ungarico”. Il maggiore Taddeo de Tonelli appassionato dell’antico Egitto acquisisce degli esemplari estremamente pregiati, in un momento in cui stavano arrivando al porto di Livorno i reperti egizi partiti da Alessandria. Il frammento proviene dalla necropoli di Menfi ed è uno dei primi esemplari del “Libro dei morti” scritto su due registri per il dignitario Senemnetjer. "Si tratta di una rarità assoluta, ve ne sono solo altri 3 nel mondo e quello conservato a Trento è il più antico", racconta l'egittologa Barbara Gilli. Databile al 1450 a.C è appunto uno dei più antichi papiri provenienti della regione di Menfi, fino ad oggi se ne conoscevano solo due frammenti uno di questi è custodito al Museo archeologico di Firenze, l’altro è una copia custodita al British Museum di Londra. Sono pochissimi i papiri del Libro dei Morti al mondo che mostrano la variante compositiva con testo organizzato su due registri, attestata unicamente a Saqqara. Un papiro, quello dell’alto dignitario, che si ipotizza sia stato originariamente lungo circa 20 metri. Secondo lo studio del testo in corso, Anubi riconsegna al defunto il cuore, ciò significa che Senemnetjer è riuscito dopo aver superato le tante le prove ad ottenere la vita eterna. A fine anno sarà nuovamente visitabile la collezione egizia al Castello del Buonconsiglio, tra cui il pezzo forte: il papiro ritrovato.