La tanto attesa via trentina sul recupero delle carenze. Così l’ha definita l’assessora provinciale alla scuola, Francesca Gerosa, annunciando il DDL di riforma del sistema di valutazione del secondo ciclo, risultato di un anno di intenso lavoro, confronti e ragionamenti. Si partirà dal prossimo anno scolastico con le classi prime e saranno tre gli elementi centrali del documento. Per prima la responsabilizzazione degli studenti, che non potranno più ignorare le insufficienze e saranno obbligati a partecipare ai percorsi di recupero messi in campo dalle scuole. Poi la personalizzazione di percorsi stessi, non solo per chi ha fragilità o difficoltà ma tenendo conto delle propensioni e dei talenti, declinati sul piano dell’istituto scolastico, che dovrà definire un piano di recupero di istituito secondo linee guida che stabilirà la giunta provinciale, e sul piano di ogni singolo studente, con ognuno i loro che avrà un percorso individuale di recupero. Infine, il monitoraggio costante e continuo e la tempestività delle comunicazioni. È stato infatti implementato il registro elettronico, con una nuova sezione dedicata proprio alle carenze, in cui i docenti dovranno inserire puntualmente anche il piano di recupero e le parti di materia in cui c’è la carenza, per tenere aggiornate le famiglie. Inoltre, è stato introdotta anche la Carta degli Studenti e delle Studentesse che andrà a regolare i loro diritti e doveri e che verrà approvata con delibera di giunta provinciale. E le capacità relazionali verranno considerate al pari di tutte le altre discipline quindi anch’esse dovranno essere recuperate. Con un 5 in condotta, lo studente non sarà ammesso all’esame di maturità. Infine, i numeri. Il 50% degli studenti passa il primo anno senza carenze o bocciature. Le carenze più elevate sono nei licei scientifici, soprattutto per le lingue (il 35%) e nelle materie scientifico-tecnologiche (nel 23% dei casi). E tra il 2014 ed il 2023, solo il 30% degli studenti ha completato il ciclo di studi senza carenze o bocciature.