
È il rito funebre prediletto in tutta la provincia. A Trento sette abitanti su dieci lo hanno scelto nel 2024. Ma la società che tutela e offre supporto a chi lo predilige, non naviga in buone acque. È il paradosso che ruota oggi attorno alla Socrem, la società tridentina per la cremazione, secondo quanto emerso dall’ultima assemblea dei soci convocata alla Parrocchia di Sant’Antonio per eleggere il nuovo consiglio direttivo e per presentare il bilancio ai soci. Quello del 2024, si chiuso in rosso, "Intorno ai 4000/5000 euro di negativo", come annunciato dal presidente Ermenegildo Pedrini. Nel 2024 la Socrem ha registrato 64 soci deceduti a fronte di 68 nuove iscrizioni. 1293 i soci che hanno pagato la quota su 1678 in totale. Numeri che non sono bastati ad appianare le perdite in atto dal 2023. Da qui, la necessità di stipulare nuovi accordi con pompe funebri e altre associazioni del territorio che abitano il microcosmo delle cremazioni. La strada che Pedrini e soci tenteranno di percorrere nelle prossime settimane, quando verrà definito il nuovo consiglio direttivo. Al momento nessun cenno d’intesa è arrivato dalle agenzie private.