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Stagione estiva in quota: la sfida idrica

Martedì 03 Giugno - 10:59

È già tempo d’estate in alta quota. In Trentino, anche se la stagione ufficiale apre il 20 giugno, molti rifugi hanno già riaperto, alcuni sotto i 2.300 metri sono già operativi e le aspettative di turismo sono alte, complici temperature miti e una neve meno abbondante del solito. Ma la stagione estiva in montagna non è priva di sfide, una su tutte: la carenza di acqua. La scarsa presenza di neve, se da un lato agevola l’accesso ai sentieri, dall’altro significa anche meno riserve idriche disponibili. Un problema sempre più sentito, anche a causa del cambiamento climatico, che sta segnando profondamente le risorse in quota. La situazione più delicata riguarda le Dolomiti, dove le caratteristiche geologiche del terreno fanno sì che l’acqua piovana e di scioglimento si disperda nel sottosuolo, senza accumularsi in superficie. Per far fronte alla carenza idrica, molte strutture stanno investendo in nuovi sistemi di raccolta e risparmio, come al rifugio Pedrotti, dove l’acqua della doccia, una volta trattata, viene riutilizzata per lo scarico. O al Dodici Apostoli, dove sono state realizzate nuove vasche di accumulo. Dopo i problemi emersi in Val di Fassa invece, ai rifugi Roda de Vael e Pederiva è in corso la posa di un nuovo sistema fognario, pronto entro la fine del 2025. Le raccomandazioni rimangono le stesse: usare l’acqua con parsimonia, soprattutto nei rifugi, dove ogni gesto richiede uno sforzo organizzativo e strutturale non indifferente. L’estate in montagna, dunque, dev’essere un’estate consapevole.

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