È stato inaugurato a Trento il Centro Antidiscriminazioni (Cad) Lgbtqia+, un luogo nato per offrire ascolto, sostegno e risposte concrete alle persone lesbiche, gay, bisex, trans, queer, intersessuali e asessuali che si trovano a vivere situazioni di fragilità e disagio. Un presidio nato dall’iniziativa di Arcigay del Trentino insieme ad altre realtà e istituzioni del territorio. Il Centro Antidiscriminazioni Lgbtqia+ è un luogo di accoglienza, consulenza e sostegno rivolto a persone italiane e straniere vittime di discriminazioni, maltrattamenti, violenze o situazioni di marginalità. L’apertura risponde a un bisogno concreto e tangibile: sono 12 le persone che si sono rivolte allo sportello a partire dall’8 settembre, giorno di apertura del servizio, per un colloquio di accoglienza e presa in carico. A queste si aggiungono le 20 richieste di supporto ereditate dal precedente sportello Lgbt. La missione del Cad è quella di promuovere una cultura del rispetto, dell’inclusione e del benessere, prevenendo e contrastando le discriminazioni. Il Centro si impegna a tutelare le persone Lgbtqia+ da violenze e discriminazioni, per favorire autodeterminazione ed empowerment, sostenere il benessere individuale e collettivo e garantire servizi personalizzati e rispettosi. Inoltre, il Cad promuove eventi di sensibilizzazione e attività di advocacy sul territorio, anche in collaborazione con enti pubblici e privati. I servizi sono erogati in rete con figure professionali e realtà sociali e sanitarie locali. Tra i servizi offerti ci sono l’accoglienza e l’ascolto, il supporto psicologico e la consulenza legale su temi come discriminazione, lavoro, immigrazione e diritti civili. Il Centro si occupa inoltre di orientamento al lavoro, bilancio delle competenze, sostegno all’autonomia abitativa, consulenza sessuologica individuale e di coppia, mediazione familiare, orientamento ai servizi socio-sanitari e attività di formazione rivolte a enti pubblici, privati e organizzazioni del terzo settore. Il Cad opera in rete e con la collaborazione di istituzioni, enti, associazioni e realtà del privato sociale. Il progetto è stato finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità – UNAR, nell’ambito di un bando nazionale per la costituzione di centri antidiscriminazione.